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Mais Ottofile: dalla semina alla farina per polenta

chicco di mais ottofile
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Il mais o granoturco Ottofile si caratterizza per la pannocchia composta da soli 8 ranghi (file) di semi: da qui il nome mais Ottofile.
La pannocchia ha un diametro di circa 3,5 centimetri e può arrivare a lunghezze di 25 cm.
II chicchi del mais Ottofile sono inconfondibili:  vitrei, con colori dal giallo al rosso, tondeggianti.

Nella nostra azienda agricola di Galliate (NO) sono ormai diversi anni che coltiviamo anche questa pregiata varietà di granoturco, su una superficie di circa 1 ettaro, suddivisa in diversi piccoli appezzamenti.

Il mais Ottofile non ha una classificazione FAO come per gli altri mais ibridi ma, dalla nostra esperienza, per durata del ciclo vegetativo, è possibile paragonarlo ad un mais classe FAO 400

La semina da aprile a maggio dell’Ottofile

La semina si esegue intorno alla metà di aprile, dopo aver arato ed erpicato il terreno e dopo aver effettuato una concimazione potassica.  Considerato che l’ Ottofile è un granoturco precoce, è possibile procedere alla semina fino a tutto il mese di maggio.  Un buon letto di semina garantisce una maggior germinabilità dei semi, avendo cura, nelle annate con scarsa piovosità invernale, di eseguire le operazioni di aratura, erpicatura e semina, nel più breve tempo possibile, per conservare l’umidità superficiale del suolo.

Per la germinazione del granoturco Ottofile, così come per anche le altre varietà di mais, oltre alla temperatura infatti, un altro elemento importante da considerare è l’umidità del terreno .

In azienda seminiamo con una seminatrice pneumatica a 4 file, distanziate 75 cm e ponendo i semi ad una distanza di circa 23 cm sulla fila per ottenere un investimento di circa 6 piante al metro quadrato.

semina mais con seminatrice pneumatica

Seminatrice pneumatica per mais

campo di mais ottofile

Mais Ottofile a fine maggio

La fertilizzazione: attenzione all’azoto

La seminatrice incorpora nel terreno anche il fertilizzante  per supportare le fasi iniziali di crescita del mais, distribuendo fosfato bi ammonico (18% urea e 46% potassio) ad una dose di circa 170Kg/ ettaro.

Dopo circa un mese dalla semina, in condizioni ottimali (metà – fine maggio), si procede con la distribuzione dell’azoto (urea 46%) ad una dose di circa 400kg/ettaro.

Il mais Ottofile non ha un apparato radicale robusto come gli altri mais ibridi quindi,  un’eccesiva concimazione azotata favorisce lo sviluppo vegetativo in altezza della pinta di mais ( può superare tranquillamente i 3 metri di altezza)  rendendolo soggetto ad allettamenti in occasione di temporali con vento.

E’ consigliabile una sarchiatura subito dopo la concimazione, per accostare della terra alla base della pianta del mais, e rinforzare così la tenuta della pianta agli eventi atmosferici violenti.

Durante l’estate provvediamo ad almeno 2/3 interventi di irrigazione per scorrimento, in funzione anche dell’andamento delle precipitazioni.

pianta mais ottofile in fioritura

Mais Ottofile in fioritura a giugno

pannocchia seme mais ottofile in maturazione

La maturazione delle pannocchie

Maturazione e raccolta dell’Ottofile

Dalla metà di agosto inizia la maturazione:  le foglie della pianta perdono il color verde brillante e incominciano ad essiccare così come i chicchi sulla pannocchia assumono il caratteristico color giarro-rosso (a seconda della varietà di Ottofile) e si induriscono per la perdita di umidità al loro interno.

La raccolta del mais viene effettuata ancora a mano, staccando dalla pianta le pannocchie per poi portale in azienda dove vengono scartocciate (eliminazione delle brattee che ricoprono la pannocchia) sempre a mano.
Le pannocchie vengono lasciate ad essiccare al sole ancora caldo di fine agosto – inizio settembre e, quando hanno raggiunto il giusto grado di umidità, vengono sgranate.

La resa in granella è molto scarsa se paragonata a moderni mais ibridi: 20/25 quintali ad ettaro contro i 140 quintali ad ettaro, ma è la qualità della farina per polenta a fare la differenza, privilegiando basse produzione con alti livelli qualitativi.

I chicchi di mais Ottofile sono pronti per essere portati al molino dove una macina a pietra li trasformerà in pregiata farina per polenta.

raccolta pannocchie granoturco ottofile

Raccolta manuale delle pannocchie

pannocchie mais ottofile al sole

essicazione al sole

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Il risotto: pentola, tostatura, sfumatura e mantecatura

tostatura chicchi di riso carnaroli
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Per un buon risotto è indispensabile utilizzare un riso che racchiude in ogni chicco le migliori qualità di tenuta in cottura come il riso Carnaroli Classico ; i sui chicchi sono grossi e affusolati, con alto contenuto di amido, rendendo il “Re dei risi” ideale per preparare pregiati risotti.

La giusta pentola per cuocere il risotto

Per un’ottimale cottura del riso è preferibile utilizzare una tegame dal fondo largo e spesso, meglio se in ghisa o rame, dato che questi materiali sono ottimi conduttori del calore, con pareti mediamente alte, dove distribuire i chicchi di riso su tutta superficie della pentola per garantire un’ assorbimento del liquido di cottura omogeneo.
E’ utile che abbia un manico abbastanza lungo, per facilitare la fase di manteca tura, quando bisogna dare dei colpi per amalgamare al riso il burro e il formaggio per creare l’effetto onda.

La tostatura del riso a cosa serve?

Tostare il riso è un’operazione importante nella preparazione di un buon risotto: senza la tostatura del riso si rischia che il chicco si spezzi e si disfi ; è tostando il riso che otteniamo un vero risotto e non un semplice riso bollito.
La tostatura a secco consiste nel scaldare a fiamma media il riso, senza il soffritto, per 3 / 4 minuti.
Al contatto diretto con il calore, il chicco di riso si tosta, con cucchiaio di legno va mescolato per evitare che i chicchi si attacchino al fondo e si brucino, finchè il riso non risulta caldo e bianchissimo. Il calore ha modificato la superficie esterna del chicco di riso rendendolo più resistente, determinando la tenuta in cottura.

Sfumare il riso

La sfumatura consiste nel versare nel tegame con i chicchi di riso già tostati,  il vino rosso o bianco, a seconda della ricetta, ma anche birra, Vodka, Cognac, Brandy, Spumante o Champagne quando sono utilizzati come ingrediente principe nella ricetta del risotto.
E’ bene che si alzi la fiamma quando si versa il vino (meglio se freddo) per realizzare lo shock termico che permette ai chicchi di rilasciare l’amido, attendere che l’alcool evapori prima di mescolare ed aggiungere un poco alla volta un mestolo di brodo caldo per iniziare la cottura del riso.

Cuocere il risotto: il brodo, le dosi

La cottura del risotto inizia con l’aggiunta del brodo che permette la fuoriuscita dai chicchi di riso dell’amido, su fiamma viva, il riso bolle senza bruciare.
Il brodo va sempre aggiunto caldo, man mano che viene assorbito: i chicchi devono essere ricoperti di brodo. Se si aggiunge brodo freddo si interrompe la cottura del risotto. Nella preparazione del brodo,  le dosi sono  in rapporto di circa 300 ml ogni 80 grammi di riso.
Per mescolare il risotto si può utilizzare anche  la frusta al posto del cucchiaio di legno: l’amido che è stato rilasciato dai chicchi di riso monterà facilmente, fino ad ottenere un risotto più cremoso.

La mantecatura del risotto

Per mantecare si intende la lavorazione, a fine cottura, che consiste nell’amalgamare il riso con formaggio grattugiato e burro freddo, mescolando e scuotendo il tegame per ottenere un risotto ben legato e cremoso.
Per una manteca tura perfetta è meglio lasciare riposare per 2 minuti il risotto, togliendolo dal fuoco e coprendolo con coperchio.
Usare burro freddo permette di aumentare il contrasto con il risotto caldo, creando una crema che lo rende perfetto e il formaggio stagionato grattugiato come Grana Padano o Parmigiano Reggiano.

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Gallette al rosmarino

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Le gallette al rosmarino: le proprietà di questa pianta aromatica

Le gallette al riso, mais e rosmarino sono un piacevole sostituto del pane, ottime abbinate a formaggi e composte.

Gli ingredienti delle gallette sono semplici e naturali: la miscela di pregiati mais antichi piemontesi Ottofile e Pignoletto con Belgrano, il riso, dalla pianura risicola novarese e il rosmarino.
Le gallette sono senza olio e non sono fritte.

Il rosmarino, oltre ad aver un gradevole profumo, è un’aromatica dalle mille proprietà da cui il corpo trae grandi benefici.

Il rosmarino è considerata la pianta balsamica per eccellenza conosciuta ed utilizzata fin dai tempi più antichi per le sue proprietà medicinali. Sono numerosissime le leggende e le “ricette” proposte a base di questa pianta nel corso dei secoli.

Per le sue proprietà si sono attribuite virtù magiche tanto che nel Medioevo si aveva l’abitudine di realizzare oggetti di ogni tipo con il legno del rosmarino

Il rosmarino è un ottimo tonico generale; esercita sull’organismo un’azione stimolante e fortificante.
Agisce efficacemente negli stati di astenia, cioè in condizioni di affaticamento fisico e mentale. E’ quindi indicato nei periodi di superlavoro o dopo una lunga malattia.
È antisettico, antiparassitario e antibatterico e svolge un’efficace azione preventiva anche in caso di malattie infettive ed inoltre è un valido antinfiammatorio.
Il rosmarino rallenterebbe l’ossidazione delle cellule, contrastando la diffusione dei radicali liberi, grazie all’azione dei flavonoidi; svolge una benefica azione sulla ghiandola epatica: è coleretico, colagogo e colecistocinetico, stimola cioè la funzionalità del fegato e l’escrezione della bile. Grazie a queste proprietà si utilizza con efficacia nelle patologie del fegato e della colecisti in generale.

La sua azione stimolante agisce anche sulle vie urinarie: favorisce la diuresi ed è quindi indicato in caso di insufficienza renale.
Grazie alla sua azione purificante, normalizzante della secrezione sebacea, risulta un ottimo rimedio per i capelli grassi.

Rosmarino in fiore

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Fiere aprile-maggio

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Fiere aprile e maggio: il calendario.

Come ogni anno, il calendario dei mercati e fiere ad aprile e maggio si infittisce.
Oltre ai consueti appuntamenti, il 25 aprile siamo a Marcallo con Casone (MI) in via Clerici, per la tradizionale Fiera di San Marco.

Il 1 maggio, fino alle 18:30 siamo ad Oleggio (NO) in occasione della Fiera Agricola, in Corso Matteotti 43 mentre domenica 20 maggio negli splendidi giardini di Villa Picchetta a Cameri (NO) siamo presenti ad OrTicino, mostra mercato dedicata al florovivaismo, all’agroalimentare, al giardinaggio ed all’ambiente.

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Exporice 2017

exporice 2017 novara
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Exporice: viaggio nelle terre del riso novarese.

In occasione dell’annuale evento di Exporice, saremo presenti con il nostro stand a TRECATE (NO) sabato 24 e domenica 25 settembre per “RISO GORGONZOLA E ANTICHI SAPORI” mostra agricola, stand enogastronomici, mostra fotografica e di pittura, fattoria didattica e conferenze sul riso.

Sabato 7 e domenica 8 ottobre a Novara presso il Salone Borsa per mercato del riso, mostra fotografica, laboratori didattici, paniscia, enoteca, birrifici.

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Grano saraceno: perchè fa bene

benefici farina saraceno
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Il grano saraceno è un falso cereale che fa bene e non contiene glutine

Il grano saraceno, a dispetto del nome, non è un cereale; appartiene alla famiglia delle poligonacee e, una delle sue caratteristiche più note sono l’assenza di glutine.
Può inoltre essere consumato anche da chi è allergico alle graminacee (orzo, frumento) ed è consigliato alle persone che hanno una dieta priva di proteine animali.

Il grano saraceno è particolarmente ricco di aminoacidi essenziali, come quelli presenti nei legumi, come la lisina.

Il grano saraceno e’ saziante e fa bene a cuore e apparato circolatorio.

Il grano saraceno è ricco di amido resistente, che aiuta a stabilizzare i livelli di glicemia nel sangue e a evitare i picchi di insulina, responsabili degli attacchi di fame e ormoni che influiscono sulla sazietà.

Le fibre di cui è ricco il grano saraceno, portano benefici in termini di funzionalità intestinali, favoriscono l’aumento dei livelli di colesterolo buono nel sangue, contrastando così trigliceridi e pressione alta.
Le fibre del grano saraceno sono simili a quelle contenute nei cereali integrali.

Particolarmente ricco di polifenoli come la rutina,  sostanze antiossidanti che aiutano a proteggere il sistema cardiovascolare per la diminuzione del colesterolo nel sangue, rafforzando le pareti dei vasi sanguigni e migliorando il microcircolo.

semi di grano saraceno in fiore

Fiore di grano saraceno in maturazione

Ideale per chi pratica sport

Il grano saraceno fornisce all’organismo una buona quota di carboidrati, utili per prevenire cali di stanchezza durante l’attività fisica.
Altri elementi presenti nel grano saraceno sono potassio e magnesio, preziosi per favorire il recupero post allenamento per chi pratica sport, calcio utile per mantenere in salute le ossa, vitamine B1 e B2.

Benessere generale

Le proteine del grano saraceno hanno un elevato valore biologico perché contengono amminoacidi essenziali che sono invece carenti negli altri cereali.

Il consumo di grano saraceno favorisce, grazie alla lisina, la formazione di anticorpi, ormoni della crescita ed enzimi.

Le vitamine e le proteine contribuiscono al mantenimento positivo del tono dell’umore mentre i polifenoli hanno effetti benefici sulla memoria ed un’azione antiemicrania.
I polifenoli e minerali contenuti hanno una funzione antiossidante e antinfiammatoria sull’intero organismo mentre, i minerali e le vitamine contenute, favoriscono il rinnovamento cellulare.

Informazioni nutrizionali della farina di grano saraceno

La farina apporta (per 100 g di prodotto):
Valore energetico Kj: 1452
Valore energetico Kcal: 343
Proteine: 10,8 g
Carboidrati: 65,8 g
di cui Zuccheri: 0,5 g
Grassi: 2,9 g
di cui Saturi: 0,6 g
Fibre: 5,3 g
Sale: 0,001 g

Rispetto alla farina di frumento ha meno zuccheri e possiede una maggior quantità di antiossidanti.

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Grano saraceno: prove di coltivazione a Novara

grano saraceno in fioritura
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Grano saraceno

Il grano saraceno è una dicotiledone appartenente alla famiglia delle Chenopodiacee, genere Fagopyrum,generalmente coltivato in ambienti freschi: valli alpine del nord Italia.
La produzione nazionale non è sufficiente a coprire il consumo e la maggior parte del grano saraceno lavorato in Italia viene attualmente importato dalla Cina.

Il grano saraceno nella rotazione aziendale

Per la nostra azienda agricola, la scelta di fornire un prodotto a tracciabilità garantita, dalla coltivazione alla macina, ci ha portato a sperimentare nel 2016 la coltivazione del grano saraceno anche in terreni non tradizionalmente vocati come la campagna novarese.

Visti gli incoraggianti risultati ottenuti, nel 2017 è stato destinato alla coltivazione, un appezzamento i circa 1 ettaro.

Il grano saraceno entra nella rotazione aziendale dopo la raccolta del frumento.
Si inizia quindi a fine giugno con l’aratura che permette di interrare i residui della raccolta del frumento e apportare così sostanza organica al terreno.
Segue una fase di erpicatura per permettere di affinare le zolle e creare un letto di semina accogliente per i chicchi ( definiti acheni ) di saraceno.
Prosegue poi la semina, con seminatrice a file, distanziate 15 cm una dall’altra, interrando i semi ad una profondità di 3-5 cm, utilizzando circa 100Kg di seme ad ettaro.

aratura con aratro trivomere

Aratura dopo raccolta frumento

semina del grano saraceno

Seminatrice a file

Dopo pochi giorni, meglio se su terreno umido, inizia subito la germinazione.
In virtù della velocità di germinazione e di sviluppo iniziale, la coltura non richiede interventi diserbanti. La semina fitta e la velocità di copertura del terreno non lascia possibilità alle erbe infestanti di svilupparsi.

Il grano saraceno è un ottimo utilizzatore della fertilità residua del terreno e, per questo, non viene effettuata nessuna concimazione. (eccessi di azoto provocano facilità di allettamento della pianta, con conseguente difficoltà di raccolta)

Il ciclo colturale del grano saraceno è molto corto: seminato a inizio luglio, in meno di un mese si arriva alla fioritura che continua per tutto il mese di agosto, con maturazione scalare dei semi.

impollinazione con api su fiori di grano saraceno

Le api impollinano i fiori di grano saraceno

semi di grano saraceno

Semi o acheni di grano saraceno

Nei campi di grano saraceno prevedere l’utilizzo di arnie per aumentare le rese

Per aumentare l’impollinazione dei fiori vengono posizionate nel campo anche 1-2 arnie di api. Il questo modo la produzione di chicchi si incrementa sensibilmente, offrendo alle api una fioritura insolita per il periodo estivo.
Ad  inizio settembre, quando  è maturato il maggior numero di semi e le piante hanno perso la maggior parte delle foglie è pronto per la raccolta, che si effettua  utilizzando una mietitrebbia con testata (barra) da frumento.
Quando gli acheni di grano saraceno hanno raggiunto la giusta umidità si procede con la macina a pietra, per ottenere pregiate farine, ricche di proteine (il grano saraceno è superiore a tutti i cereali come fonte di proteine ad alto valore biologico )

L’ introduzione della coltivazione del saraceno nell’azienda agricola, ci ha permesso di avere un prodotto coltivato senza l’uso di diserbanti e concimi chimici, sfruttando una delle tecniche di coltivazione più antiche e naturali: la rotazione o avvicendamento, a beneficio delle coltivazioni successive e della qualità ambientale.

La farina di grano saraceno

La farina di grano saraceno trova impiego nell’alimentazione umana, normalmente in miscela con altre farine (di mais o frumento), per la preparazione della polenta taragna, pizzoccheri, dolci, pane.

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Mais: proprietà e benefici

pannocchie al sole di mais ottofile pignoletto e belgrano
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Le proprietà del mais e i benefici per la salute.

Il mais è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle graminacee, coltivato principalmente nelle regioni del nord:  Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli, conosciuto anche come granoturco, formentone e granone.
Il nome Zea mays viene da Zao, che significa “traggo la vita” e, in riferimento alla sua etimologia, il mais rappresenta un alimento utile alla vita. Arrivato in Europa, dopo la scoperta del Nuovo Mondo,si diffuse dapprima  nelle regioni Balcaniche, grazie al clima favorevole che assicurava ottime produzioni di mais. Il suo utilizzo si è però maggiormente diffuso nel settore dell’alimentazione umana e della medicina naturale solo nel XIX secolo.
Oggi il mais è un alimento largamente conosciuto e coltivato in tutto il mondo e viene utilizzato sotto forma di olio, farina, amido e chicchi ed è utilizzato per diverse preparazioni e diversi usi in cucina.

Ricco di amido, contiene anche circa l’ 8% di proteine, il 2% di fibre alimentari e il 2% di grassi mentre i minerali maggiormente presenti sono: potassio, selenio, fosforo, magnesio, calcio e ferro.
Le vitamine che possiamo trovare nel mais sono: vitamina A, vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5, B6) la vitamina E, K. Il mais contiene inoltre beta-carotene a alfa-carotene, luteina.

I benefici del mais:
controllo della glicemia, previene l’invecchiamento , importante in gravidanza

Il mais è un alimento dalle ottime proprietà energetiche ed è indicato per chi si deve ristabilire dopo una lunga convalescenza o una malattia debilitante. Ha proprietà lassative e apporta benefici nella prevenzione della stipsi

Il mais è un cereale  naturalmente privo di glutine ( come il riso, grano saraceno, miglio, sorgo) ed è quindi un alimento importante nella dieta delle  persone che soffrono di celiachia.
Ricco di vitamine e ferro, acido folico, lo rendono un alimento consigliato in caso di anemia.

Il consumo di mais può aiutare nel controllo della glicemia, sia con il diabete di tipo 1 che di tipo 2. Le fibre alimentari e le vitamine del gruppo B, in particolar modo la B1 e la B5,  prevengono l’assorbimento troppo lento o troppo veloce dello zucchero attraverso l’apparato digerente. Si evitano così picchi glicemici.

Le fibre alimentari presenti nel mais sono di aiuto nel difenderci dalla costipazione: consumato regolarmente aiuta nella corretta digestione del cibo, aiutando l’eliminazione delle sostanze tossiche dal corpo.

Il consumo di mais, grazie alle vitamine B, previene  l’invecchiamento  non solo cellulare ma anche l’invecchiamento cerebrale.

Il mais stimola, inoltre, la diuresi e, per questa ragione, è in grado di apportare dei benefici all’organismo, in special modo in caso di artriti e reumatismi. Il motivo? Facilita l’eliminazione delle tossine dal corpo.

Anche mente e memoria possono trarre benefici dagli apporti di vitamina A e sali minerali che il mais garantisce.

Il mais è anche un ottimo alleato di mamme e bambini: le donne incinte hanno la necessità di consumare cibo nutriente per regolare e garantire la crescita corretta del bambino.  Il mais apporta acido folico, molto importante in gravidanza, per evitare sottopeso al bambino e difetti ai tubi neurali.

In azienda vengono coltivate diverse varietà di mais tra cui: Ottofile giallo, Pignoletto giallo, Bianco Ostenga, utilizzati per la produzione di farine e gallette.

Le ricette:
Crostata di mais alle pesche (con fumetto di mais Ottofile)
Burromais al lampone (con fumetto di mais Ottofile)
Muffin ai mirtilli ( con farina di mais e fumetto Ottofile)

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